3 Pief Jiudicarein


Storia

Nella giornata di domenica 29 settembre 2013, si è svolta a Fiavè la solenne cerimonia di Rifondazione della 22^ Compagnia di Bersaglieri Tirolesi del Welschtirol, al giorno d'oggi meglio conosciuti con il nome di Schützen.

Il percorso che ha portato alla costituzione di questo gruppo iniziò nel (si fa per dire) lontano 1996 quando Alberto Fedrizzi, già fondatore della Schützenkompanie Rhendena, radunò un piccolo gruppo per poter rifondare una compagnia anche nelle Esteriori. Nel 2007, tuttavia, in seguito alla scomparsa di Alberto Fedrizzi, il gruppo si disperse e fu ricostituito solo nell'estate del 2010, precisamente il 18 agosto.

A partire da quella data la prima cerchia dei soci fondatori si espanse e, raccogliendo simpatizzanti di storia e cultura locale, diede vita all'associazione “Tre Piéf – Judicaria”, organismo distinto dalla futura compagnia che pose la propria attenzione sul recupero e la divulgazione della storia giudicariese.

Il culmine dell'attività dell'Associazione si ebbe il 10 agosto 2012 con il Convegno commemorativo “Come il chicco di grano che si trasforma e dona. L'eredità di mons. Lorenzo Dalponte nel decennale dalla morte”, che volle ricordare una delle maggiori personalità della conca delle Esteriori; mons. Dalponte fu tra l'altro cappellano degli Schützen del Tirolo meridionale (altrimenti detto Trentino).

La memoria e l'impegno umano di don Renzo costituirono (e costituiscono tutt'ora) uno dei più grandi riferimenti della compagnia che, basandosi sui suoi studi, trovò il giusto sprone per portare avanti la propria attività.

In seguito, dopo numerosi incontri e discussioni si giunse a depositare l'atto ufficiale di (ri)fondazione che poneva come nome ufficiale del sodalizio quello di: Compagnia Bersaglieri Tirolesi – Schützenkompanie << Judicarien – Tre Piéf “Bernardino Dalponte”>>. La lunghezza del nome e la complessità dello stesso possono sembrare fuorvianti rispetto ad un gruppo che si ripropone di portare alla luce le memorie storiche dimenticate all'insegna della semplicità e della concretezza che contraddistinsero le nostre genti negli anni passati; eppure tutto ciò ha un significato ben preciso, tutt'altro che scontato.

Il nome di Bersaglieri Tirolesi era l'antico nome che veniva dato alle compagnie dei difensori del territorio, ovvero quella parte della popolazione che accorreva a difendere i confini della nostra storica regione (il Principato Vescovile di Trento all'interno della Confederazione Tirolese) quando era minacciata da un invasore. Nei documenti ove si citano coloro che facevano parte di queste compagnie, il termine utilizzato in lingua italiana era quello di Bersaglieri (o cacciatori) Tirolesi, altrimenti chiamati in dialetto trentino sizzeri o scizzeri (storpiatura del tedesco Schützen). Ecco dunque che la compagnia giudicariese ha voluto dare un segno di continuità e coesione rispetto a quella che è la storia obiettiva e la lingua secolare parlata nella nostra valle. D'altronde, per comprendersi con i nostri corregionali di lingua tedesca, si è scelto di affiancare in seconda posizione il nome tedesco, in memoria dei rapporti secolari di fratellanza e comune amministrazione che ci hanno legato a questi ultimi.

La denominazione specifica “Judicarien” si riferisce al nome storico della nostra valle, come riportato nelle cartine ottocentesche, mentre “Tre Piéf” sta ad indicare la parte specifica delle Giudicarie a cui si fa riferimento, ovvero quella “citra Duronum et saxa Stenici” (cioè al di qua del Duron e delle pareti rocciose di Stenico).

Infine l'intitolazione della Compagnia dei Bersaglieri Tirolesi, il cui riferimento è quello a Bernardino Dalponte, comandante superiore del Tirolo italiano (Trentino) in seguito alla seconda invasione napoleonica del 1798. Questo “coraggioso tirolese italiano” (così lo definì la stampa tirolese di metà Ottocento), nativo di Vigo Lomaso, fu sindaco di Campo Minore e morì a Fiavè nel 1860 (paese nel quale fondò pure una scuola popolare!).

Ecco dunque che si spiega anche la scelta del paese di Fiavè come luogo d'elezione per il momento rifondativo; infatti oltre ad aver ospitato il Dalponte, diede i natali anche a Marco Zanini, capitano della compagnia di Fiavè nel 1798 ed oste al Ballino dove fu “datore di lavoro” di Andreas Hofer, capo indiscusso della rivolta anti-napoleonica che sconvolse il Tirolo (e quindi anche il Trentino) dal 1796 al 1809.

La Compagnia Bersaglieri Tirolesi “Judicarien – Tre Piéf” è dunque ereditaria di quello che un tempo era il sistema di difesa militare della nostra regione, basato non su soldati professionisti ma sul popolo e quindi in particolare sui liberi contadini (come sancito dal documento sottoscritto dall'imperatore Massimiliano I d'Aburgo con il “Landlibell” del 1511). In Giudicarie Esteriori si verifico diverse volte il riscorso a questa organizzazione di difesa territoriale (che mai contemplava l'attacco, poiché i sizzeri potevano combattere solo sul suolo tirolese, da Kufstein a Borghetto), in particolare i momenti salienti furono:

la battaglia di Calliano del 10 agosto 1487, quando 400 giudicariesi ressero per primi l'urto con i veneziani, rubando loro un gonfalone che ogni anno, nella medesima data, veniva portato in processione alla Pieve di Vigo Lomaso (le tracce del gonfalone sono state perse agli inizi del Novecento);

la guerra di Successione Spagnola del 1703, quando i giudicariesi impedirono l'ingresso delle truppe francesi del generale Vendome in Giudicarie e si eseguì per la prima volta la traslazione della Santa Croce di Bleggio sul Monte Guarda (San Martino);

le guerre Napoleoniche, tra il 1796 e il 1810, dove parteciparono alla difesa dei confini in Val del Chiese e Vallagarina, ed insorsero anche nel famoso 1809, guidati da Andreas Hofer;
la battaglia di Bezzeca del 1866, dove il distretto di Stenico fu quello dal quale partirono più volontari (cfr. M.Baldi e A.Sommadossi, “Trentino 1866”, 2012) a fronteggiare le camice rosse di Garibaldi (nelle memorie di alcuni anziani del Bleggio si narra ancora di come alcuni bleggiani discesero i fianchi a sud del gruppo del Cadria);
la I Guerra Mondiale, dove gli Standschützen (ormai inglobati all'interno dell'organizzazione militare) parteciparono alla difesa dei confini nel maggio del 1915 e poi furono impiegati soprattuto come lavoratori nelle retrovie (essendo costituiti da giovani minori di 18 anni ed anziani superiori ai 55).
Gli obbiettivi attuali di questo “nuovo” gruppo volgono si al recupero di una memoria storica cancellata in gran parte nei secoli scorsi, ma non si limitano ad una sterile riproposizione delle nostalgie di ciò che è stato. La compagnia, infatti, composta da diversi membri di giovane età (la media è di 30 anni) ha come scopo quello principale quello di inserirsi all'interno del variegato panorama del volontariato giudicariese, favorendo la coesione sociale ed i rapporti tra i cittadini e coi cittadini. Lo spirito che accomuna il suddetto sodalizio a molti altri è quello di lavorare per la crescita sociale e culturale della valle, nel nome di quei valori antichi eppure tutt'ora attuali che la storia ha voluto tramandarci. Ecco dunque che la memoria delle sofferenze dei nostri avi e della loro volontà di collaborare per difendere il territorio si tramuta oggi in una difesa di valori non sempre scontati, i quali tuttavia costituiscono l'essenza più o meno recondita di questa gente e di questa nostra terra trentina e storicamente tirolese. L'impegno profuso in questo progetto volge al ripristino di un termine banalmente scacciato con anatemi di diniego, eppure quello di Tirolo è un termine che rimanda non ad una lingua germanica da imporre, tutt'altro! Esso costituisce la denominazione comune di genti caratterizzate da una medesima base culturale che, da sempre, ha garantito una vita pacifica tra le stesse, che pur parlavano lingue e dialetti diversi.

La festa di domenica 29 settembre, che ha visto la partecipazione di tutte le Compagnie degli Schützen trentini, di alcune delegazioni dal Sudtirolo e di una compagnia Nordtirolese, ha costituito sicuramente un momento di ritrovo e condivisione di idee e di fratellanza con chi spesso consideriamo “diverso”. Al giorno d'oggi invece il gemellaggio della compagnia giudicariese con la Schützenkompanie Hötting (quartiere più a ovest di Innsbruck) vuole essere motivo di dialogo e costruzione di un rinnovato rapporto di comunicazione culturale, che veda impegnate due realtà relativamente distanti, nel comune vincolo dell'associazionismo e della storia comune.

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