Una poesia scritta da un nostro vecchio Standschütze che salì, con il suo fucile, sulle montagne per difendere la nostra terra quando l'Italia ci dichiarò guerra e marciò baldanzosa con il suo potente esercito per conquistare un paese mai stato italiano

Pel 18 Agosto 1915.

Un crocefisso tra roccie alpine
Con le sue piaghe, con le sue spine,
E accanto un vecchio, in alto stanco,
Chiamato all’arme col crin già bianco.
Prega in silenzio senza una vove:
Poi tutt’a un tratto scuote la croce,
E un grido erompegli dall’imo cuore:
“Giustizia rendine alfin, Signore!
“Rimunerato da te cruento
“Sia alfin d’Italia il tradimento,
“E in quanto al povero nostro paese
“Prendi tu stesso le sue difese!
“E in quanto al nostro Imperatore,
“Dice, e una lagrima gli strappa amore,
“Deh, dopo la guerra fa che la gloria
“Abbia ed il gaudio della vittoria!
“A te rimetto se è tuo valore
“La moglie, i figli, casa e podere:
“Ogni mia cosa a te consegno
“Che della vedova sei il sostegno.