Cultura


Prof. Dr. Eduard Reut-Nicolussi (Trento1888 – Innsbruck 1958).

Giurista ed uomo politico, Welschtiroler cimbro originario di Lusern/Luserna, figlio del maestro elementare Mattäus frequentò il Ginnasio di lingua tedesca a Trento e successivamente la facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Innsbruck. Professore di diritto internazionale all’Università di Innsbruck e nel 1947, divenne anche Rettore della stessa. Combattente nella prima Guerra Mondiale come Ufficiale Kaiserjäger, venne onorato con la Medaglia d’oro al Valore e si distinse per la sua assoluta dedizione. Questi furono anni che videro la dolorosa separazione della nostra terra dalla Madrepatria, evento per il quale ebbe modo di scrivere: “l’Italia non ci ha mai vinto. In tre anni e mezzo di lotta, non riuscirono a conquistare un solo palmo di terra Tirolese,…Con ben giustificato orgoglio noi potemmo sempre affermare: a parità di forze è facile opera per noi sconfiggere codesto nemico.
 Eppure tutto finì nella rovina e nella disfatta.” E’ ricordato come il „difensore del Sudtirolo“ impostando su un piano internazionale il problema della „pulizia etnica“ che il fascismo stava compiendo nella nostra terra. 
Già eletto membro dell’Assemblea Nazionale di Vienna, alla fine della prima guerra mondiale fu chiamato a Roma per rappresentare alla Camera dei Deputati la Provincia di Bolzano (in rappresentanza della coalizione „Deutscher Verband“ (DV), tra i conservatori cattolici del „Tiroler Volkspartei“ ed il „Freiheitliche Partei“, in rappresentanza della Provincia di Trento vi trovò Alcide De Gasperi. Entrambi lottarono contro il fascismo, pagando con un lungo esilio le loro azioni politiche. Al termine della seconda Guerra Mondiale, si trovarono a confrontarsi nuovamente con ufficialità sulla questione del Tirolo Meridionale, da rimarcare la proposta che Reut-Nicolussi ufficializzò a De Gasperi nell’orientarsi verso la possibilità di annessione del Tirolo Meridionale nella neo-repubblica austriaca. „Onorevole, gli argomenti in favore della frontiera del Brennero non valgono di fronte a un esame sincero e alla luce della giustizia democratica. 

Però è vero che in ogni nazione come in ogni individuo due anime si contendono il dominio. Duramente in vent’anni di oppressione fascista noi Tirolesi abbiamo conosciuto quel lato dell’anima italiana che è propenso all’uso della forza. Ma sappiamo che anche un amore magnanimo della libertà è profondamente radicato nel cuore degli italiani.

Faccia strada, Onorevole, a questa nobile corrente del carattere nazionale, riconoscendo ai Tirolesi il diritto di decidere la sorte del loro Paese. Con ciò lei procurerà alla Sua Patria un trionfo di gran lunga maggiore del vantaggio fallace che la dominazione su qualche centinaio di migliaia di cittadini forzati possa mai rappresentare“. La chiave doveva essere la rappresentazione del Tirolo riconosciuto in chiave giuridica per determinazione del popolo, non una pace di violenza con imposizione delle condizioni dello stato conquistatore. In questo modo ogni fondamento dei principi di pace sarebbero stati garantiti, il diritto all’autodeterminazione sarebbe stato una garanzia di pace futura, equa ed onorevole soluzione per ogni relazione tra le nazioni che manifestano fondamenta democratiche nella loro costituzione. Soluzione che avrebbe compensato la grave ingiustizia che ha colpito la terra del Tirolo. Il Dr. Eduard Reut-Nicolussi morì il 18 luglio 1958 a Innsbruck, all’età di 70 anni. Sulla sua tomba, scolpito nella pietra compare la seguente scritta: „Er liebte die Freiheit und Tirol“ („Amava la libertà e il Tirolo”).






Großer Österreichischer Zapfenstreich

La rappresentazione Großer Österreichischer Zapfenstrich è chiamata in italiano la “Grande ritirata austriaca”. La consuetudine di suonare la ritirata risale al periodo dei lanzichenecchi e indicava l’inizio del riposo notturno nei quartieri militari. Tradizione vuole che il termine tedesco “Zapfenstreich” derivi, appunto, dall’usanza di tracciare un segno di gesso sulla spillatura della botte, per verificare il rispetto del divieto notturno di mescita.La cerimonia della “Zapfenstreich” è divenuta una tradizione militare molto apprezzata e seguita sia dall’esercito germanico che da quello austriaco, ma anche dalle compagnie degli Schützen tirolesi.

La marcia è stata composta nel 1965 da Siegfried Somma, sulla base di antichi segnali di richiamo austriaci, realizzati con colpi di tamburi, e marcette composte per i 600 anni d’appartenenza del Tirolo all’Austria. Oggi è eseguita da bande musicali, squadre militari e compagnie di Schützen, in occasione di celebrazioni civili o militari, come importanti giubilei o giuramenti solenni. Elemeni essenziali della “Großer Österreichischer Zapfenstrich”, in tutto il Tirolo storico, è la presenza dell’inno nazionale austriaco, di quello tirolese, e di marce tradizionali dell’epoca austro-ungarica






Massimilian I. Vita e regno

Massimiliano nacque a Vienna da Federico III del Sacro Romano Impero, ed Eleonora del Portogallo. Nel 1477 sposò l'erede della Borgogna, Maria, unica figlia del duca Carlo. Grazie a questa unione, Massimiliano ottenne la Contea di Borgogna e i Paesi Bassi, sebbene la Francia ottenne il controllo della Borgogna propriamente detta.

Nel 1490, acquistò il Tirolo e l'Austria interna da suo cugino Sigismondo d'Austria, ultimo rappresentante del Primo ramo tirolese della casa d'Asburgo. Nel 1493, con la morte di suo padre, Massimiliano I ereditò i restanti possedimenti asburgici, riunificando così i territori della casata. In quello stesso anno Massimiliano, rimasto vedovo nel 1482, sposò Bianca Maria Sforza (m. 1510), figlia del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza.

Eletto Re dei Romani nel 1486 per iniziativa di suo padre, alla morte di quest'ultimo Massimiliano divenne imperatore del Sacro Romano Impero nel 1493. In quello stesso anno decise di unirsi alla Lega Santa per far fronte all'intervento del re di Francia Carlo VIII in Italia. Il lungo conflitto che ne derivò sarebbe poi terminato (con la vittoria dell'Impero) solo dopo la sua morte.

Massimiliano I è famoso soprattutto per aver presieduto nel 1495 il Reichstag a Worms, portando così alla Riforma Imperiale con la quale si rimodellò la gran parte della costituzione del Sacro Romano Impero.
Il venerdì 4 febbraio 1508  al termine di un fastoso e marziale corteo snodatosi per le principali vie di Trento, Massimiliano, rivestito dello splendido abbigliamento della maestà imperiale, recando le tradizionali ed universali insegne del manto, corona, globo e scettro, sedeva in trono sull'alto coro del Duomo di S. Vigilio. Ivi, con approvazione Pontificia, veniva proclamato IMPERATOR ROMANORUM ELECTUS dal Vescovo di Gurk Mattias Lang. Ciò gli conferiva il titolo dell'imperiale dignità che a Trento reinverdiva sotto la nuova forma di: l'Erwählter Römischer Kaiser" che gli imperatori del S.R.l. avrebbero usato da allora fino agli albori deI XIX secolo, ponendo così fine alla secolare incoronazione dell'imperatore da parte del papa


Landlibell 1511

In linea di principio il Libello del Tirolo può essere In linea di principio il Libello del Tirolo può essere definito documento costituzionale per la regolamentazione della difesa territoriale del Tirolo, elaborato dopo lunghe trattative con gli stati provinciali (Landtag), e successivamente approvato e promulgato con il sigillo dell'imperatore.

 La definizione di «Libello» deriva dal fatto che il documento si presenta come un quaderno, ovvero un libretto comprendente diverse pagine, come un libello, insomma. Per quanto riguarda la nascita di questo importante documento costituzionale, a conclusione dello stesso si rileva che «Massimiliano ha approvato con spirito benevolo gli ordinamenti e gli articoli elaborati e concordati dai nostri stati provinciali (Landtag)".

Va rilevato in particolare che tali regolamenti non erano soltanto concordati tra i quattro stati tirolesi dei prelati e della nobiltà, delle città e delle circoscrizioni giurisdizionali, bensì anche con i principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento, confederati con la Contea del Tirolo.

        La base personale del regolamento per la difesa territoriale costituisce il principio dell' obbligo generale di leva per tutti i sudditi di sesso maschile abili alle armi del Land Tirolo.

        La chiamata alle armi era compito dell'autorità giurisdizionale delle varie circoscrizioni, secondo il grado di pericolo che incombeva sul paese, articolando le leve su cinque livelli. Alla prima chiamata rispondevano al massimo 5.000 uomini, alla seconda 10.000, alla terza 15.000 e alla quarta 20.000 (Il regolamento sostanzialmente riformato del 1605 prevede soltanto tre chiamate alle armi, rispettivamente di dieci-, quindici- e ventimila uomini).

        Se pero il pericolo di invasioni nemiche era tanto grave e incombente da rendere impossibile l'afflusso in tempo utile di 20.000 uomini armati sui campo di battaglia o nelle immediate vicinanze del territorio minacciato, in tal caso - in accordo con il famoso Libello del Tirolo - dapprima tutti gli uomini abili alle armi di tutti i ceti, residenti nella zona minacciata, dovevano ivi confluire e resistere sui campo di battaglia finché non arrivassero sui posto tutti i 20.000 combattenti della quarta leva. Questa, nota anche come ultima leva, in seguito chiamata anche milizia territoriale, veniva richiamata non soltanto per iscritto ma in caso di urgenza anche dal suono delle campane a stormo, che venivano suonate da tutti i campanili. «Tutti coloro che, a seguito di un tale richiamo delle campane o all'invito scritto dei documenti consueti non si presenteranno ... verranno sottoposti a punizioni nella persona e nei loro beni". - Accanto al richiamo tramite il suono delle campane a stormo, secondo un ordinamento del 1647, entrò in vigore anche il sistema dei fuochi di segnalazione, che venivano accesi in determinati luoghi, sui rilievi e nei pressi di masi di montagna.

        Mentre gli stati provinciali del Tirolo mettevano a disposizione gli uomini per I'arruolamento, il principe territoriale s'impegnava a reperire Ie necessarie armi da fuoco, polvere, palle, esperti armieri, maestri di archibugio, e inoltre corazze, armi e altro materiale bellico, e così pure ad avere cura che i magazzini fossero forniti a sufficienza di frumento, vettovaglie e farina. Anche la manutenzione delle fortificazioni ai confini del Land e alle chiuse dell'interno, quali per esempio Finstermünz, Ehrenberg, Scharnitz, Kufstein, Mühlbach/Rio Pusteria e la chiusa di Lienz, come pure gli arsenali quali Innsbruck (e Sigmundskron) dipendevano direttamente dall'autorià del principe territoriale.

Accanto ai due arsenali principali già citati, venivano istituiti ove possibile anche arsenali locali o armerie in località sede di tribunali fortificati, tra cui Kastelbell/Castelbello, Schlandersberg, Lichtenberg, Naudersberg, Tarasp nella Bassa Engadina, Sigmundsried, Landeck, St. Petersberg, Hörtenberg, Ambras, Freundsberg, Welsberg/Monguelfo, Heunfels, Bruck presso Lienz ecc. Ancora oggi - a parte le proprietà familiari o collezioni specifiche - le sale d'armi esistenti presso la Churburg e a Tratzberg risalgono ad armerie di quel tempo. La sala d' armi del tribunale prepositurale di Ambras nell'omonimo castello, successivamente denominata armeria dei contadini, risale perlomeno a1 1577. Vanno citati ovviamente anche tutti gli arsenali cittadini, es. a Innsbruck (al posto della caserma sull'Inn, dove oggi ha sede il provveditorato agli studi), a Hall (Locanda Geisterburg), a Glurns/Glorenza o sotto i Portici, a Kitzbuhel, nei castelli di Rattenberg e Kufstein ecc.

 A parte la divisione dei compiti tra stati provinciali e principe territoriale, il Libello del 1511 sancisce anche una restrizione nei poteri del principe territoriale, secondo la quale egli da un lato non poteva ne doveva iniziare una guerra che implicasse il Tirolo, senza preventiva informazione e approvazione da parte degli stati provinciali tirolesi. Dall'altra canto prendeva atto che gli stati provinciali, ovvero gli uomini addetti alla difesa del Tirolo «non erano in dovere ne obbligo, con la loro partecipazione alla piccola o grande chiamata alle armi ... ad uscire dal nostro Land, bensì il loro intervento ... poteva essere richiesto soltanto ai fini della difesa, della resistenza e della conservazione del Land stesso».

        Le disposizioni del Libello del Tirolo si differenziano pero dalla pratica successiva in un punto fondamentale. Nel Libello infatti si dispone che «i comandanti, i maestri di arruolamento e altre cariche ... vengano nominati da noi, ossia dal principe territoriale, mentre - città a parte - non prima del 18 secolo i comandanti degli uomini di leva venivano scelti dagli arruolati stessi e la loro nomina soltanto confermata dalle autorità territoriali.

        Di alcuni documenti di conferma o nomina si conservano ancora gli originali, per es. quello di Georg Spreng di Sprengheim, giudice al tribunale provinciale di St. Petersberg neIl'Oberinntal, datato 27 marzo 1734.

        C'e da osservare che la partecipazione aIle leve da parte dei sudditi dei principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento in pratica si riconosceva per il fatto che essi non scendevano in campo sotto la bandiera tirolese, ma sventolando una bandiera propria, chiamata «Vendl» (Fähnlein = bandiera o drappella). Si devono pero essere verificati degli equivoci, tanto e vero nel famoso Libello si precisa che agli arruolati dei principati vescovili «La loro bandiera, che sono usi portare, deve essere lasciata e non alienata o tolta».

Da questo regolamento si evince che già nell'anno 1511 era uso comune che ogni gruppo di armati delle diverse circoscrizioni giurisdizionali marciasse preceduto dalle proprie bandiere. Le più antiche documentazioni sull'uso, la conferma e la concessione di tali stendardi risalgono agli anni 1410 e 1496. Così i cittadini di Hall nel 1410 marciarono verso il confine «a bandiere spiegate»,metre agli arruolati del tribunale provinciale di Laudeg nella parte più alta dell'Inntal e quelli del Passeiertal (Val Passiria) I'imperatore Massimiliano nel 1496 concedeva e confermava il diritto di portare bandiere proprie.

        Ma non bastano le fonti storiche scritte. Nel Tirolo e conservata una bandiera originale dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati alle armi; - una copia di questa storica bandiera funge oggi da stendardo del Bund der Tiroler Schützenkompanien (1a Lega delle compagnie di Schützen del Tirolo). Infine c'e da menzionare la raffigurazione della bandiera del Land Tirolo del 1500 sull'erker del «Goldenen Dachl» di Innsbruck, il «Tettuccio d'oro», emblema della città.

        Nell'anno 1908 le seguenti 25 bandiere contavano come le più amiche bandiere degli Schützen (1'elencazione segue quella della pubblicazione a cura di J. E. Bauer) : Kufstein, Lienz, Sand in Taufers, Innsbruck, Hotting, Hall, Thaur, Stubai, Kitzbuhel, Achental, Schwaz, Stumm , Telfs, Imst, Reune, Wenns, Ried, Innichen/San Candido, Dolsach, Kastelruth/Castelrottto, Bozen/Bolzano, Meran/Merano, Kaltern/Caldaro, Eppan/Appiano e Innzing (in quest'ultimo caso si tratta di una bandiera francese bottino di guerrra).

        Come tutti i regolamenti provinciali, anche l' ordinamento per la difesa territoriale del 1511 necessitava di tempo in tempo di alcune revisioni, modifiche e adeguamenti agli eventi politici e militari dei tempi. In concreto sono state formulate nuove modalità di reclutamento per le forze armate della Conte a del Tirolo negli anni 1526-1562, ma soprattutto negli anni 1605 e 1704.

Una base importante per l'applicazione reale delle disposizioni del Libello del Tirolo nei tempi a seguire era rappresentata - come già citato - dai richiami alle armi che venivano effettuati regolarmente da ogni tribunale. I «registri di leva» costantemente aggiornati, documentati a Lienz fin dal 1410, offrivano anche la possibilità di controllare la partecipazione dei singoli sudditi richiamati alle sucsuccessive tornate di leva. Ne1 Libello del 1511 a tale scopo viene citato un «maestro di leva» da nominarsi a cura del principe territoriale.definito documento costituzionale per la regolamentazione della difesa territoriale del Tirolo, elaborato dopo lunghe trattative con gli stati provinciali (Landtag), e successivamente approvato e promulgato con il sigillo dell'imperatore.

La definizione di «Libello» deriva dal fatto che il documento si presenta come un quaderno, ovvero un libretto comprendente diverse pagine, come un libello, insomma. Per quanto riguarda la nascita di questo importante documento costituzionale, a conclusione dello stesso si rileva che «Massimiliano ha approvato con spirito benevolo gli ordinamenti e gli articoli elaborati e concordati dai nostri stati provinciali (Landtag)".

        Va rilevato in particolare che tali regolamenti non erano soltanto concordati tra i quattro stati tirolesi dei prelati e della nobiltà, delle città e delle circoscrizioni giurisdizionali, bensì anche con i principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento, confederati con la Contea del Tirolo.

        La base personale del regolamento per la difesa territoriale costituisce il principio dell' obbligo generale di leva per tutti i sudditi di sesso maschile abili alle armi del Land Tirolo.

        La chiamata alle armi era compito dell'autorità giurisdizionale delle varie circoscrizioni, secondo il grado di pericolo che incombeva sul paese, articolando le leve su cinque livelli. Alla prima chiamata rispondevano al massimo 5.000 uomini, alla seconda 10.000, alla terza 15.000 e alla quarta 20.000 (Il regolamento sostanzialmente riformato del 1605 prevede soltanto tre chiamate alle armi, rispettivamente di dieci-, quindici- e ventimila uomini).

        Se pero il pericolo di invasioni nemiche era tanto grave e incombente da rendere impossibile l'afflusso in tempo utile di 20.000 uomini armati sui campo di battaglia o nelle immediate vicinanze del territorio minacciato, in tal caso - in accordo con il famoso Libello del Tirolo - dapprima tutti gli uomini abili alle armi di tutti i ceti, residenti nella zona minacciata, dovevano ivi confluire e resistere sui campo di battaglia finché non arrivassero sui posto tutti i 20.000 combattenti della quarta leva. Questa, nota anche come ultima leva, in seguito chiamata anche milizia territoriale, veniva richiamata non soltanto per iscritto ma in caso di urgenza anche dal suono delle campane a stormo, che venivano suonate da tutti i campanili. «Tutti coloro che, a seguito di un tale richiamo delle campane o all'invito scritto dei documenti consueti non si presenteranno ... verranno sottoposti a punizioni nella persona e nei loro beni". - Accanto al richiamo tramite il suono delle campane a stormo, secondo un ordinamento del 1647, entrò in vigore anche il sistema dei fuochi di segnalazione, che venivano accesi in determinati luoghi, sui rilievi e nei pressi di masi di montagna.

        Mentre gli stati provinciali del Tirolo mettevano a disposizione gli uomini per I'arruolamento, il principe territoriale s'impegnava a reperire Ie necessarie armi da fuoco, polvere, palle, esperti armieri, maestri di archibugio, e inoltre corazze, armi e altro materiale bellico, e così pure ad avere cura che i magazzini fossero forniti a sufficienza di frumento, vettovaglie e farina. Anche la manutenzione delle fortificazioni ai confini del Land e alle chiuse dell'interno, quali per esempio Finstermünz, Ehrenberg, Scharnitz, Kufstein, Mühlbach/Rio Pusteria e la chiusa di Lienz, come pure gli arsenali quali Innsbruck (e Sigmundskron) dipendevano direttamente dall'autorià del principe territoriale.

Accanto ai due arsenali principali già citati, venivano istituiti ove possibile anche arsenali locali o armerie in località sede di tribunali fortificati, tra cui Kastelbell/Castelbello, Schlandersberg, Lichtenberg, Naudersberg, Tarasp nella Bassa Engadina, Sigmundsried, Landeck, St. Petersberg, Hörtenberg, Ambras, Freundsberg, Welsberg/Monguelfo, Heunfels, Bruck presso Lienz ecc. Ancora oggi - a parte le proprietà familiari o collezioni specifiche - le sale d'armi esistenti presso la Churburg e a Tratzberg risalgono ad armerie di quel tempo. La sala d' armi del tribunale prepositurale di Ambras nell'omonimo castello, successivamente denominata armeria dei contadini, risale perlomeno a1 1577. Vanno citati ovviamente anche tutti gli arsenali cittadini, es. a Innsbruck (al posto della caserma sull'Inn, dove oggi ha sede il provveditorato agli studi), a Hall (Locanda Geisterburg), a Glurns/Glorenza o sotto i Portici, a Kitzbuhel, nei castelli di Rattenberg e Kufstein ecc.

A parte la divisione dei compiti tra stati provinciali e principe territoriale, il Libello del 1511 sancisce anche una restrizione nei poteri del principe territoriale, secondo la quale egli da un lato non poteva ne doveva iniziare una guerra che implicasse il Tirolo, senza preventiva informazione e approvazione da parte degli stati provinciali tirolesi. Dall'altra canto prendeva atto che gli stati provinciali, ovvero gli uomini addetti alla difesa del Tirolo «non erano in dovere ne obbligo, con la loro partecipazione alla piccola o grande chiamata alle armi ... ad uscire dal nostro Land, bensì il loro intervento ... poteva essere richiesto soltanto ai fini della difesa, della resistenza e della conservazione del Land stesso».

        Le disposizioni del Libello del Tirolo si differenziano pero dalla pratica successiva in un punto fondamentale. Nel Libello infatti si dispone che «i comandanti, i maestri di arruolamento e altre cariche ... vengano nominati da noi, ossia dal principe territoriale, mentre - città a parte - non prima del 18 secolo i comandanti degli uomini di leva venivano scelti dagli arruolati stessi e la loro nomina soltanto confermata dalle autorità territoriali.

        Di alcuni documenti di conferma o nomina si conservano ancora gli originali, per es. quello di Georg Spreng di Sprengheim, giudice al tribunale provinciale di St. Petersberg neIl'Oberinntal, datato 27 marzo 1734.

        C'e da osservare che la partecipazione aIle leve da parte dei sudditi dei principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento in pratica si riconosceva per il fatto che essi non scendevano in campo sotto la bandiera tirolese, ma sventolando una bandiera propria, chiamata «Vendl» (Fähnlein = bandiera o drappella). Si devono pero essere verificati degli equivoci, tanto e vero nel famoso Libello si precisa che agli arruolati dei principati vescovili «La loro bandiera, che sono usi portare, deve essere lasciata e non alienata o tolta».

Da questo regolamento si evince che già nell'anno 1511 era uso comune che ogni gruppo di armati delle diverse circoscrizioni giurisdizionali marciasse preceduto dalle proprie bandiere. Le più antiche documentazioni sull'uso, la conferma e la concessione di tali stendardi risalgono agli anni 1410 e 1496. Così i cittadini di Hall nel 1410 marciarono verso il confine «a bandiere spiegate»,metre agli arruolati del tribunale provinciale di Laudeg nella parte più alta dell'Inntal e quelli del Passeiertal (Val Passiria) I'imperatore Massimiliano nel 1496 concedeva e confermava il diritto di portare bandiere proprie.

        Ma non bastano le fonti storiche scritte. Nel Tirolo e conservata una bandiera originale dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati alle armi; - una copia di questa storica bandiera funge oggi da stendardo del Bund der Tiroler Schützenkompanien (1a Lega delle compagnie di Schützen del Tirolo). Infine c'e da menzionare la raffigurazione della bandiera del Land Tirolo del 1500 sull'erker del «Goldenen Dachl» di Innsbruck, il «Tettuccio d'oro», emblema della città.

        Nell'anno 1908 le seguenti 25 bandiere contavano come le più amiche bandiere degli Schützen (1'elencazione segue quella della pubblicazione a cura di J. E. Bauer) : Kufstein, Lienz, Sand in Taufers, Innsbruck, Hotting, Hall, Thaur, Stubai, Kitzbuhel, Achental, Schwaz, Stumm , Telfs, Imst, Reune, Wenns, Ried, Innichen/San Candido, Dolsach, Kastelruth/Castelrottto, Bozen/Bolzano, Meran/Merano, Kaltern/Caldaro, Eppan/Appiano e Innzing (in quest'ultimo caso si tratta di una bandiera francese bottino di guerrra).

        Come tutti i regolamenti provinciali, anche l' ordinamento per la difesa territoriale del 1511 necessitava di tempo in tempo di alcune revisioni, modifiche e adeguamenti agli eventi politici e militari dei tempi. In concreto sono state formulate nuove modalità di reclutamento per le forze armate della Conte a del Tirolo negli anni 1526-1562, ma soprattutto negli anni 1605 e 1704.

        Una base importante per l'applicazione reale delle disposizioni del Libello del Tirolo nei tempi a seguire era rappresentata - come già citato - dai richiami alle armi che venivano effettuati regolarmente da ogni tribunale. I «registri di leva» costantemente aggiornati, documentati a Lienz fin dal 1410, offrivano anche la possibilità di controllare la partecipazione dei singoli sudditi richiamati alle sucsuccessive tornate di leva. Ne1 Libello del 1511 a tale scopo viene citato un «maestro di leva» da nominarsi a cura del principe territoriale