Un pensiero di massimo Pasqualini in ricordo dell’asso dell’aviazione Jozsef Kiss


Voglio ricordare la storia dell’asso dell’aviazione Jozsef Kiss chiamato da amici e nemici il Diavolo Rosso per il suo coraggio spericolato, che nel suo breve passaggio su questa terra ha fatto di sé una leggenda ed ha creato un’altra eroina romantica, quell’Enrica Bonecker che fu la sua fidanzata (il cui nome fu poi italianizzato in Boneccher dal burocrate fascista Tolomei).

Jozsef Kiss era nato a Pozsony (Pressburg/Bratislava) nel 1896, da una famiglia ungherese di importante tradizione militare ma caduta in disgrazia. Non era un ufficiale, ma questo non gli impedì certo di distinguersi per bravura e spirito cavalleresco (molte volte aveva risparmiato la vita del pilota nemico), meritandosi anche il soprannome di “Cavaliere del Cielo”.

Faceva parte della cosiddetta Kaiserstaffel, la “squadriglia imperiale”, assieme ad altri assi dell’aviazione austroungarica, con base all’aeroporto militare di Cirè di Pergine. Dal giugno 1916 al gennaio 1918 decollò per innumerevoli missioni, ottenendo ben 19 vittorie nei duelli aerei, e ricevendo otto medaglie, in riconoscimento dei suoi meriti.

Ma giunse il giorno fatale, il 24 maggio 1918. Jozsef Kiss, nonostante fosse in convalescenza per una grave ferita all’ addome riportata in combattimento quattro mesi prima, si alzò comunque in volo, affermando che quelli erano momenti molto difficili per l’Impero Austro Ungarico e che tutti dovevano dare il massimo possibile.

Sopra i cieli del bellunese accettò il combattimento da solo  contro sei aerei nemici; mentre i piloti che lo accompagnavano in missione, gli assi Kasza e Kirjak, inseguiti da altri velivoli, erano costretti a ritirarsi.

Quel giorno Jozsef Kiss, il Cavaliere del Cielo, dopo un lungo ed estenuante combattimento, diede veramente tutto quel che poteva dare,donando la sua vita alla Patria ed all’Imperatore; a causa dell’inceppamento delle mitragliatrici del suo aereo non poté più difendersi, fu colpito al petto e precipitò sulle pendici del monte Coppolo sopra all’abitato di Lamon. La sua salma venne recuperata e venne sepolta nel cimitero militare di Pergine Valsugana.

Gli onori delle armi gli furono corrisposti durante la cerimonia funebre, quando una squadriglia di aerei italiani, francesi e britannici passò sopra la borgata senza che fosse sparato un solo colpo da nessuna delle due parti e lanciò dal cielo una corona commemorativa con la scritta:“Il nostro ultimo omaggio per il nostro coraggioso avversario”. Davanti al feretro che avanzava piano tra la folla, una bimba dall’ aria solenne teneva tra le mani un cuscino di raso con tutte le medaglie dell’eroe caduto, fra cui quattro medaglie d’argento di prima classe e tre medaglie d’oro al valore. L’asso austroungarico era stato promosso ufficiale, con un decreto alla memoria firmato dall’Imperatore Carlo, entrando così nella leggenda.

E una leggenda sembra pure il proseguo della sua storia: a partire da quel giorno, ad ogni anniversario, qualcuno, posava di nascosto dei fiori freschi sulla tomba del nostro eroico aviatore. Ciò avvenne anche durante tutto il ventennio fascista, quando era severamente vietato ricordare i nostri morti. Figuriamoci quanto poteva essere pericoloso un simile gesto.

Se non sbaglio era il 1968 quando, una sera a tarda ora, una coppia di ragazzi intravide un’ombra scura e minuta che furtivamente entrava nel cimitero con un mazzo di fiori. I due giovani si avvicinarono e riconobbero l’ombra misteriosa. Era una donna, ormai anziana.Era Enrica Bonecker, la fidanzata del nostro Cavaliere del cielo all’ epoca della guerra. Non si sposò mai, Enrica, restò fedele al suo amore anche dopo la sua morte, portando per cinquantadue anni i fiori freschi sulla tomba dell’amato, nel cimitero militare di Pergine Valsugana

Alla morte di Enrica, in casa sua venne ritrovata l’uniforme di Jozsef Kiss, oggi custodita da Andrea Marighetti assieme a molti oggetti personali. Nel 1970, con una decisione quanto mai discutibile,il cimitero militare di Pergine Valsugana fu dismesso ed al suo posto venne realizzato un parco pubblico: lì si trova una lapide a ricordo del nostro eroe dei cieli.Magari, oggi, a cento anni dalla morte di Kiss, qualcuno passerà di lì a portare un fiore, in memoria di entrambi…