L'inizio della prima guerra mondiale con l'Italia dal libro "tappe della disfatta" di Fritz Weber
"Un pomeriggio, mentre me ne sto seduto in compagnia del volontario Ludwig Trenker su uno spalto del forte di Busa Verle, all'ombra di una torretta, squilla l'allarme. Voci eccitate risuonano nei corridoi. Ci precipitiamo giù per le scale, chiudendo dietro di noi la porta di ferro. Nle lungo corridoio delle casematte sono radunati tutti gli uomini liberi dal servizio. Gli ufficiali stanno a destra.
Silenzio di tomba. Con voce tremante, il comandante legge un dispaccio. Soltanto qualche parola staccata giunge fino a me: "...dalle 18 di questa sera stato di guerra con l'Italia.. il nemico sta per entrare a Castel Tesino.. attacchi si attendono da un momento all'altro.. Comandante supremo...". Un lungo silenzio. Quindi, un ordine:
-Rompete le righe!
Quel giorno è rimasto indelebile nella memoria di tutti coloro che lo vissero, tra l'Ortles e l'Adriatico: 23 maggio 1915.
Sono le 18. Le ombre avvolgono lentamente le conche boscose e le valli che stanno davanti al forte. Sulle cime del Mandriol e del Pizzo Leve, però, batte ancora il sole. Sonmo libero dal servizio. Potrei stendermi sul letto per leggere o dormire. Invece, insieme all'aspirante Wolf, non mi muovo dalla torretta-osservatorio e scruto le verdi colline, le foreste di pini, divenute adesso "paese nemico", e il bianco nastro della strada che corre verso l'Italia. Nulla. Nessuno scoppio lacera la grande pace, nessun movimentodi uomini è percepibile. L'uragano si scatenerà questa notte, quando la nebbia ci toglierà la visuale. Un pò deluso scendo per la scala di ferro e attraverso il corridoio che serve gli obici giungo nel corpo centrale del forte. Qui, regna già quella notte che per un anno intero non dovrà più abbandonarci. Tutte le aperture sono sbarrate con lastre di acciaio e le lampade mascherate: lampade a filamento di carbonio, che spandonmo una tenue luce rossastra. I motori elettrici lavorano e nell'androne gira un ventilatore.
Improvvisamente alcuni uomini fanno irruzione nel locale.
-Che cosa succede?
-Allarme per i serventi agli obici. C'è l'ordine di aprire il fuoco.
Il grande momento è, dunque, giunto. Mi affretto a risalire sulla torretta-osservatorio. Un sergente mi dice che sul Pizzo Leve è apparsa la fanteria italiana.
Segnali d'allarme.
-Cupola 13!
Calcoli silenziosi. La gigantesca volta d'acciaio che ci sovrasta si alza, rotea. si abbassa sulla sua corona di rulli. Qualcuno grida delle cifre "direzione... alzo.. inclinazione...". Sulle scalette brillano alcune lampadine. Il capo pezzo manovra i congegni di punteria. Lancette ed aste si spostano, la bocca del mostro si abbassa silenziosamente, la culatta scivola su un lato. Una granta scompare nella camera di scoppio, mentre vien collocato il cartoccio.
In questo preciso attimo una strana impressione s'insinua in me. Penso che le cinque persone le quali, me compreso, si trovano nella torretta, stanno per commettere un delitto terribile. L'uomo vicinoall'affusto tiene in pugno la morte. Quello che sta per accadere non potrà venir mai più cancellato.
Un tuono: il primo colpo è partito!
Segnali di allarme.
-Fuoco!"

“ Era iniziata la guerra che portò alla divisione della nostra Heimart ”


Gentilmente concesso da Massimo Pasqualini

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