2021_10_14 Trento - giornata del ricordo.

2021_10_14 Trento - giornata del ricordo. Alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni locali: Bisesti Mirko, Assessore all’istruzione, università e cultura P.A.T, Stanchina Roberto, Vicesindaco e assessore con delega in materia di lavori pubblici, attività economiche e agricoltura, Tonina Mario, Vicepresidente P.A.T, Paolo Piccoli, Presidente del Consiglio comunale, Moser Michael, Assessore per le Associazioni culturali, Cultura, Biblioteca, Turismo e Promozione locale, Lorenzo Conci, Sindaco di Calliano, Panizza Franco, socio onorario della Federazione e di Giuseppe Ferrandi, direttore generale presso Fondazione Museo storico del Trentino. Se è tenuta una piccola cerimonia in ricordo di quanto previsto dalla legge provinciale 11/2017 "Interventi per valorizzare la memoria del popolo trentino durante la Prima Guerra mondiale". La stessa e stata approvata all'unanimità dal Consiglio provinciale e prevede, oltre il memoriale, che il 14 ottobre è la Giornata per ricordare le vittime e i caduti trentini della Grande Guerra. La data ricorda che in quel giorno nel 1914 iniziò un'offensiva austriaca durante la quale si verificarono scontri sanguinosi sul fiume San, affluente della Vistola, nel corso dei quali morirono molti soldati trentini. Con questa data si intende anche ricordare i profughi trentini portati all’interno dell’impero ed in Italia allo scoppio della guerra dichiarata dall’Italia all’impero Austria-Ungheria. Allo scoppio della Prima guerra mondiale il Trentino faceva parte dell'Impero austro-ungarico e confinava con il Regno d'Italia. Nell'estate del 1914 migliaia di trentini furono richiamati alle armi e inviati sul fronte orientale, in Galizia (territorio oggi diviso fra Polonia e Ucraina), per combattere contro l'esercito russo. Nel corso della Grande Guerra furono 60.000, alcuni dicono 70.000, in totale i trentini arruolati, dai 12.000 ai 13.000 non tornarono. Un anno dopo, nel maggio del 1915, la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria portò il conflitto nelle case dei trentini. Con l'apertura del fronte meridionale le zone di confine vennero evacuate. Furono oltre centomila i profughi sfollati, la maggioranza nell'entroterra dell'Impero altri furono evacuati dall'esercito italiano nel Regno d’Italia. Svuotato dai suoi abitanti, il territorio divenne fronte. Attorno ai forti, la cui costruzione era iniziata già nella seconda metà dell'Ottocento, vennero realizzate centinaia di chilometri di trincee e una struttura complessa di opere difensive: reticolati, osservatori, ospedali, strade militari, baracche, teleferiche. Per la prima volta si combatté in alta montagna e i soldati furono costretti a vivere fra le nevi e i ghiacci. Dall’agosto 1914 al novembre 1918 milioni di cittadini di tutta l’Europa furono chiamati alle armi, inquadrati e spediti al fronte in quella che sarebbe diventata la più sanguinosa delle guerre. Alla fine della cerimonia ci si è spostati presso le lapidi di 3 ufficiali dell'impero Austroungarico presenti nel cimitero di Trento per la deposizione di una corona in memoria di tutte le persone morte e che, per qualsiasi motivo, non hanno più avuto un ricordo da parte di un famigliare.

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