2019_12_20 Trento

2019_12_20 Trento. A seguito della delibera del Consiglio comunale di intitolare una via/parco ad Andreas Hofer, oggi si è inaugurato l'intitolazione del parco a Piedicastello all'eroe tirolese. Un bellissimo messaggio che il Consiglio Comunale ha voluto dare alla città. Trento era l’unica città dell’antico Tirolo che non aveva ancora ricordato Andreas Hofer. Il Consiglio Comunale, con questa delibera presa a maggioranza assoluta, dimostra che è possibile ricordare tutti i periodi storici che una comunità ha vissuto, rendendoli patrimonio pubblico, ricordare serve proprio per non dividere. Così una comunità, padrona di tutta la propria storia, può camminare verso il futuro con sicurezza e senza paura.

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Intervento del landeskommandant

Egregio sig. sindaco Alessandro Andreatta, Egregio sig. Assessore alla cultura Bungaro Corrado, Egr. Sig. Salizzoni Alberto Assessore all'urbanistica, Egr. presidente circoscrizione Piedicastello sig Geat Claudio, Egr. Sig. Stanchina Roberto Assessore politiche economiche ed agricole, tributi e turismo, Egr. Sig. Uez Tiziano Assessore materie dello sport e della semplificazione, egregio consigliere Alberto Pattini, Sehr geehrter Obmann Museumsverein Museum Passaier Dott. Albin Pixner, ein herzlichen dank für Ihr kommen, egregi ospiti, care Marketenderinnen cari Schuetzen cari concittadini.

Per prima cosa desidero portare i saluti della Federazione Schuetzen che rappresento, anche a nome di tutte le compagnie associate.

Desidero poi ringraziare il Consiglio Comunale di Trento che con la maggioranza assoluta (38 voti su 38) ha deliberato di ricordare Andreas Hofer dedicandogli il nuovo giardino di Piedicastello, noto rione di Trento. Un bellissimo messaggio che il Consiglio Comunale ha voluto dare alla città. Trento era l’unica città dell’antico Tirolo che non aveva ancora ricordato Andreas Hofer. Il Consiglio Comunale, con questa delibera presa a maggioranza assoluta, dimostra che è possibile ricordare tutti i periodi storici che una comunità ha vissuto, rendendoli patrimonio pubblico, ricordare serve proprio per non dividere. Così una comunità, padrona di tutta la propria storia, può camminare verso il futuro con sicurezza e senza paura.

Ricordiamo che l’iter per l’intitolazione di un sito cittadino era iniziato nel 2011, con una delibera comunale presa a larga maggioranza (29 voti a favore, 11 astenuti, 2 no e 4 non votanti).

Desidero ringraziare anche tutte le persone che hanno contribuito al buon esito dell’iniziativa, e in particolar modo Alberto Pattini, che con la sua costanza e tenacia ha fatto si che questa iniziativa raggiungesse il traguardo desiderato, l’assessore Salizzoni Alberto presidente della commissione toponomastica, Ferrandi Giuseppe Direttore della fondazione museo storico del trentino ed anche tutti quelli che hanno dedicato tempo e fatica per riscoprire e far conoscere questo periodo storico, due nomi in rappresentanza di tutti Mons Dalponte e Osvaldo Tonina.

Il contesto storico a cui fa riferimento questa intitolazione risale al 22 aprile 1809, ai piedi del Doss Trent, gli insorgenti di Hofer della Val di Non e della Val dei Laghi guidati da Giuseppe Dal Cesare attraversarono il fiume Adige e liberarono Trento dagli invasori Franco-bavaresi. Nel pomeriggio il comandante supremo Andreas Hofer raggiunse Trento e proclamò libera la città.

Credo che possiamo dire che oggi è UN GRANDE GIORNO. Si un grande giorno, ma non perché qualcuno ha avuto delle rivalse su qualcun’altro, o perché finalmente qualcuno si è fatto valere mettendo in secondo piano altre persone o gruppi, ma è UN GRANDE GIORNO, perché oggi si è compiuto un piccolo passo verso una giustizia storica sia nei confronti di Andreas Hofer che verso la città di Trento. (non ci dimentichiamo che la città di Trento è stata una città importantissima per secoli, pensiamo alla incoronazione dell’imperatore Massimiliano Primo nel duomo di Trento, al Concilio di Trento, al principato vescovile che si estendeva fino alla valle Venosta. Bolzano è stata diocesi di Trento fino a qualche decennio fa, la città merita che si ricordi il suo passato) Si è iniziato inoltre anche un percorso di trasparenza storica verso il popolo Trentino. Come spesso si dice, se non sai da dove vieni è difficile sapere dove andrai. Centinaia di anni di storia, di tradizioni, di cultura della intermediazione fra la cultura tedesca e quella mediterranea non possono essere lasciati perdere o dimenticati.

Ma chi era Andreas Hofer e perché può essere una figura apprezzata da tutti.

Il Tirolo ai tempi di Andreas Hofer era contrassegnato da un senso radicato di appartenenza alla “piccola patria”, che godeva di una ampia autonomia all'interno dell’impero e che era sentita come Heimat, un termine tedesco che in italiano non trova una espressione simile, che significa il luogo dell’anima, la casa, il focolare la terra in cui si hanno radici profonde.

L’idea della “piccola patria” del popolo Tirolese ha una sorprendente somiglianza con l’idea di patria degli abitanti della Vandea: La nostra patria per noi sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre tombe, tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi. ….. Questa patria noi la sentiamo sotto i piedi … (Francois de Charrette, eroe vandeano)

“Defensor Provinciae”, il difensore della provincia. Andreas Hofer diventò famoso con questo nome. La patria di Hofer era il Land, la sua terra, la sua storia. Per il difensore del Tirolo la guerra di liberazione della sua terra era la lotta contro l’occupante, la difesa di una antica autonomia, la difesa della libertà religiosa. Infatti Hofer in suo proclama diceva “… prendiamo le armi per difendere ciò che a ciascuno è più caro…”

Da queste poche righe possiamo capire perché può essere un riferimento importante, una figura che può solo unire, e capire perché la nostra terra gode di un’autonomia speciale, autonomia, che come ha fatto Hofer a suo tempo, tocca a noi, oggi, difenderla e conservarla per consegnarla ai nostri figli.

Ricordiamo anche che Hofer passò alcuni anni in quella che adesso è la nostra provincia di Trento, li passò qui per imparare la nostra lingua, perché credeva, come lo credo anch'io, che sia molto importante conoscere la lingua del vicino, capirsi può evitare molte incomprensioni. A noi si rivolgeva con queste parole “Ai tirolesi italiani tanto amati! “Quindi è da sfatare anche l’idea, creata dai vari nazionalismi, che Hofer fosse anti italiano. Hofer fece capire a tutti quali e quanto profondi fossero i legami che univano le due comunità, compiendo, in piena insurrezione, un pellegrinaggio al Santuario di San Romedio, era il 7 luglio del 1809. Nell’Urbario del santuario si legge “Andreas Hofer si reca in pio pellegrinaggio alla tomba del Santo

Io credo che Hofer sia quindi un portatore di valori più che mai attuali, valori più che mai condivisibili sui quali si può trovare una convergenza, obiettivo che si può raggiungere attuando una trasparenza storica, obiettiva e condivisa. Oggi si è fatto un altro passo verso questo obiettivo. Grazie di nuovo a tutti.

Colgo l’occasione per fare gli auguri di Buon Santo Natale e felice e benedetto anno nuovo.

S.H