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Il casino di bersaglio
In ogni villaggio e città del vecchio Tirolo esisteva un luogo dove gli uomini abili all’uso delle armi da fuoco si esercitavano al tiro al bersaglio. I tiratori, Schützen, in italiano chiamati “Bersaglieri immatricolati” o “Sizzeri” erano regolarmente iscritti nelle apposite liste matricolari, retaggio delle antiche milizie popolari deputate alla difesa della propria Heimat.
Le milizie territoriali tirolesi
Nell’antica Contea del Tirolo, e nei Principati Vescovili di Trento e di Bressanone ad essa confederati, le popolazioni locali erano esentate fin dal 1511 a prestare servizio militare negli eserciti imperiali: per contro, ad esse era affidata la sorveglianza dei confini e la difesa armata del loro territorio in caso di guerra, compito che le comunità stesse esercitavano tradizionalmente mediante compagnie auto-organizzate su base volontaria, composte da uomini atti alle armi dai 20 ai 60 anni di età.
Con l’approvazione del Tiroler Landibell del 1511, l’Imperatore Massimiliano I° riconosceva e legittimava le “milizie territoriali tirolesi”, garantendo per i secoli a venire la fedeltà e la devozione delle popolazioni locali di lingua tedesca, italiana e ladina alla propria famiglia ed ai relativi domini.
Per ogni giurisdizione, “Bezirk”, le Autorità provvedevano a formare periodicamente l’elenco nominativo degli uomini arruolabili, indicando l’arma di cui disponevano, il ruolo ricoperto all’interno della Compagnia e talvolta la professione da ciascuno esercitata. Per antica consuetudine, tali Compagnie eleggevano autonomamente i loro comandanti e sottufficiali, così come accade ancora ai giorni nostri.
Le “guerre di liberazione” antifrancesi
Il sistema di difesa territoriale del Tirolo si trovò ad esercitare la sua funzione nel corso dei drammatici avvenimenti degli anni 1796-1813, allorché i confini meridionali dell’Impero asburgico furono violati a più riprese dalle armate napoleoniche e bavaresi. A fronte della scarsa efficienza dell’esercito austriaco, furono le milizie volontarie tirolesi ad accorrere in difesa della Heimat, respingendo in più occasioni gli attacchi dell’invasore.
Schützen ed Esercito regolare Imperiale (K.k. Armee)
La fine “dell’antico regime”, anticipata dalle riforme napoleoniche fu definitivamente sancita con la Restaurazione del dominio asburgico (1815). Secolarizzati i Principati vescovili, abolite le prerogative di Regole e Comunità per far posto alle strutture amministrative dello Stato moderno, anche il tradizionale sistema di difesa territoriale del Tirolo cedette il passo di fronte alla riforma della leva militare e all’introduzione della coscrizione obbligatoria.
La denominazione stessa delle antiche “milizie volontarie” passò ai reparti regolari dell’esercito austriaco reclutati in Tirolo: nel 1871 si costituì il corpo di fanteria da montagna dei Tiroler Landesschützen, i “Bersaglieri Provinciali Tirolesi”, forte di 10 battaglioni, mentre dopo il servizio di leva i “Veterani” restavo iscritti nei ruoli degli Standschützen, i “Bersaglieri STANZIALI o Immatricolati” formazioni locali di riservisti che potevano essere mobilitati in caso di necessità.
Ciò accadde in particolare durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), allorché in tutti i distretti del Tirolo e del Vorarlberg si formarono molte compagnie di Standschützen, composte da giovani sotto i 20 anni e da anziani sopra i 42, ossia uomini non abili alla leva, per lo più volontari, impiegati in mansioni di supporto al fronte e in servizi di retrovia, o di uomini in età di leva, ma che per particolari condizioni e attività lavorative, rimasero impiegati nelle proprie valli, come per esempio alcune guardie forestali, o boscaioli abili nel manovrare le teleferiche, mezzo di trasporto indispensabile per la guerra in montagna. Come in passato, le Compagnie eleggevano autonomamente i propri comandanti.
Tiratori e Veterani
Nel nuovo regime, “il tiro al bersaglio “ continuò ad essere esercitato dai membri delle associazioni dei militari in congedo (K.u.K. Militär Veteranen Verein). Ufficialmente riconosciute nel 1871, queste associazioni ebbero a coltivare negli anni lo spirito e i valori delle antiche milizie volontarie del Tirolo. Nello stesso tempo esse consentivano ai propri membri di mantenere un certo grado di efficienza nell’uso delle armi, in vista di eventuali necessità belliche.
Materiale etnografico Istitut Cultural Ladin “Majon di Fascegn”
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