03_09_2017 SK Konigsberg. Festività Madonna dell'Aiuto.

La festa annuale fu fissata la prima domenica di settembre per la prima volta nel 1808.

UN CULTO DI FINE SEICENTO La devozione alla Madonna dell’Aiuto, in Val di Cembra ha origini incerte, comunque non documentabili. Per lungo tempo si sono confusi alcuni Atti visitali riferiti all’antica chiesa di S. Maria di Piazzo, il villaggio sul fondovalle sede dei baroni a Prato che furono per tre secoli dinasti di Segonzano. Attendibili ipotesi hanno fissato la diffusione del culto alla Madonna dell’Aiuto fra il 1680 ed il 1690. Vienna era appena scampata all’assedio dei turchi (12 settembre 1683) con una vittoria dell’esercito “cristiano” (65 mila uomini contro duecentomila ottomani) che il venerabile Marco da Aviano (1631 – 1699) aveva attribuito a Mariahilf. Vale a dire “Ausiliatrice dei cristiani”. In ringraziamento per quella vittoria, papa Innocenzo XI (1676 – 1689) dedicò il 12 settembre al SS. Nome di Maria. In quel medesimo tempo, immagini dell’Ausliatrice si diffusero pure in turro il Tirolo italiano a Rovereto, Nogaredo, Castel Pietra nei pressi di Calliano, a lodrone di Storo, Fiera di primiero. A Verla di Giovo, una cappella fu fabbricata nel 1733 e dedicata a S. Antonio e alla Madonna dell'Aiuto. L’immagine è la riproduzione di una pala d'altare che si trova nel santuario di Innstadt, sobborgo di Passau (Baviera), costruito fra il 1624 e il 1627. La pala fu commissionata (1620) dal decano della cattedrale di S. Stefano, Marquardt von Schwendt. a un pittore di nome Pius. A sua volta, costui si era ispirato alla celebre Mariahilf di Lucas Cranach il vecchìo (1472-1553) dipinta a Wittemberg nel 1530 (?) e che oggi è la pala dell'altar maggiore nella cattedrale di S. Giacomo a Innsbruck. A Segonzano, la copia della copia fu portata dal barone Ferdinando Francesco a Prato, che fu canonico a Passau dal 1676 al 1702. L'immagine (olio su tela) fu collocata nella curaziale della SS. Trinità. In seguito fu trasferita nel capitello costruito lungo la mulattiera che, fino al principio del XX secolo, collegava Segonzano con Sover verso la Valle di Fiemme. Da qui ebbe origine la leggenda di fondazione, simile a numerose altre fiorite sull'arco delle Alpi. Si disse, infatti, che l'immagine era stata trovata nel bosco da un pastore del villaggio. Dalla curaziale, dov'era stato trasferito, il dipinto sarebbe poi scomparso per essere ritrovato nuovamente nel bosco. Un segno inequivocabile, si argomentò, della volontà della Vergine a essere venerata lì e non altrove. Fu costruito un capitello. Presero il via le processioni e la devozione conquistò altri villaggi della valle. L’edicola, infatti, è citata nelle Visite pastorali del 1710, 1749 ("la cappella della B. M. Vergine chiamata dell'Ajuto, non fu visitata perché dal parroco fu detto che non viene celebrata la messa") e 1767. Nel corso della terza visita si notò che "a quel capitello, posto sulla pubblica via che viene da Sover verso Segonzano, vi si recano molti per devozione e vengono fatte molte elemosine". In attesa di trovare conveniente impiego con la costruzione di una cappella, il denaro fu dato in prestito a persone del villaggio contro il pagamento di un modesto interesse. Nel 1774 il capitale ammontava a 300 ragnesi. Forte di quelle offerte, il regolano Vigilio Mattevi pensò fosse arrivato il tempo di fabbricare la cappella. Nell'agosto del 1774 presentò una circostanziata domanda all'Ordinario, vale a dire all'ufficio del vescovo e principe Cristoforo Sizzo de Noris (1763-1776). Scrisse, tra l'altro, il regolano: "A motivo che da qualche molti anni è cresciuto il concorso al detto capitello, ossia capelletta non solo di noi qui del luogo, ma ancor da molti forastieri a quali tutta questa Sacratissima Immagine ha conferiti diversi singolari benefici, venendo anche da noi e da qualche popoli circonvicini visitata processionalmente in certi communi premurosi bisogni, saressimo intenzionati di sempre più ingrandire l'onore a detta sacra Immagine bella, bellissima, che tirra a sé ogn'affetto di divozione, con ridurre il detto luogo ad una competente decenza per potervi celebrare la S. Messa in qualche pubblico concorso o privata divozione senza pregiudizio o danno di questa venerabile chiesa curata, il di cui onore, frequenza e vantaggio ci sta a cuore"