2018_11_03 Trento

2018_11_03 Trento Il Circolo “Michael Gaismayr” di Trento ha organizzato, in occasione del centenario della fine della prima guerra mondiale, un’iniziativa commemorativa IN RICORDO DEGLI 11.400 TIROLESI TRENTINI DELL’ESERCITO AUSTRO-UNGARICO CADUTI NELLA GUERRA 1914-18. A 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale – una tragedia epocale per la nostra Comunità – a sostegno dei valori della convivenza, della collaborazione e della pace tra i popoli, vogliamo testimoniare la necessità di proseguire nel percorso della costruzione di una Europa lontana dai nazionalismi e dagli autoritarismi che l’hanno segnata e che ancora oggi, nonostante 70 anni di pacifica convivenza e comune lavoro, sembrano riemergere.

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Intervento del Landeskommandant:

Buonasera a tutti, a tutti i partecipanti, alle varie autorità presenti ed al presidente del circolo Gaismayr.

Porto innanzitutto a tutti i presenti i saluti della federazione Schützen del Welschtirol o meglio sud Tirol di lingua italiana ora Trentino. Un grande ringraziamento va all'associazione Gaismayr per la costanza e la tenacia con cui continua ogni anno ad organizzare questo evento. Un Evento di popolo, di memoria, di rispetto verso i nostri padri.

Ci troviamo qui 100 anni dopo quel disastro che fu la prima guerra mondiale, definita l’inutile strage / il suicidio della società civile, un disastro che alla nostra terra portò così tanto dolore. Un disastro che cambiò il mondo, nascita di nuovi stati, popoli separati dalla propria madre patria, minoranze perseguitate, l’aspetto che più ci tocca, molto da vicino, è stata la divisione del Tirolo in due stati ed all'interno di questa divisione il popolo Ladino diviso su 3 provincie. Un popolo diviso, una divisione calata dall'alto senza che nessuno abbia chiesto alle persone di allora cosa ne pensassero Purtroppo il diritto dell’autodeterminazione, sancito dall’ONU, è il diritto più disatteso e calpestato al mondo.

Più di 60.000 trentini partiti con la divisa dell’esercito Austro-Ungarico, più di 13.000 non fecero ritorno tutti partirono per difendere quello che era la loro patria, sul fronte est poi sul fronte sud che si aperto nel maggio 1915 con la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia all'Austria-Ungheria. Con l’apertura del fronte sud la guerra si presentò davanti alle porte delle nostre case. Famiglie distrutte, paesi bombardati, case campi distrutti tutto da rifare. Migliaia di persone “spostate” nell'alta Austria, in Boemia, o in Italia, molte volte accolte male, in posti non ancora pronti, in via di sistemazione, molte volte accolte con sospetto, troppo austriaci per essere italiani, troppo italiani per essere austriaci.

Mi collego per un attimo all'argomento del giorno che è quello della doppia cittadinanza. Non voglio affrontare l’aspetto legale che non è di mia competenza, ne l’aspetto politico Italiani / austriaci non ha importanza, ma voglio affrontare l’aspetto morale.

Visto l’accaduto appena riassunto in queste poche parole la domanda è: chi è che ha diritto alla doppia cittadinanza?

Io credo che Vienna abbia il dovere morale di concedere la doppia cittadinanza anche ai Trentini, sempre con la massima libertà di scelta, perché queste sofferenze, appena descritte, devono essere riconosciute da chi è l’erede del vecchio Impero. Queste sofferenze fino ad ora sono state riconosciute dallo stato in cui viviamo, con atteggiamenti molto velati, spesso dimenticate, volutamente tenute nascoste, i nostri morti ricordati come persone morte con la divisa sbagliata, anche se, bisogna riconoscere, che ultimamente sono stati fatti molti passi in avanti nel giusto ricordo di tutti. Ma queste sofferenze devono avere il loro riconoscimento ufficiale anche da parte di Vienna. Non ha importanza quante persone poi chiederanno la doppia cittadinanza, anche nessuna non è questo il punto, quello che serve è l’atto ufficiale di riconoscere quello che è stato e la doppia cittadinanza può essere una via. Credo che sia ora che un popolo come il nostro abbia il diritto di essere riconosciuto per quello che fatto da tutte le parti in causa.

Poi speriamo, e credo che sia l’unica ed ultima chance che abbiamo, che questa Europa diventi un‘Europa dei popoli, dove la cittadinanza sia una sola quella europea. Un’Europa dove i vari popoli, pur mantenendo le proprie tradizioni, storia usi e costumi, diano vita ad un forte movimento per il mantenimento della pace, un’Europa dove i diritti e doveri siano alla base della convivenza, un’Europa di pace che possa essere di esempio per tutto il mondo. E noi, popolo dei Tirolo storico, dobbiamo stimolare i nostri rappresentanti a continuare a rafforzare l’Euregio, l’Euregio deve diventare il primo esempio di Europa unita, siamo nel cuore dell’Europa, la nostra terra è a forma di cuore, abbiamo rappresentato per centinaia di anni un esempio di convivenza, abbiamo tutte le caratteristiche per riuscirci.  Dobbiamo far tesoro di quanto successo nel secolo scorso, ed anche se le nuove generazioni sembrano non interessarsi dell’argomento perché lo sentono molto lontano, noi abbiamo il dovere di preparare e costruire un mondo di pace anche per loro.

Abbiamo bisogno di una grande Europa, un’Europa dove al suo interno non esistano confini, dove i nazionalismi siano un ricordo lontano, un’Europa di grandi regioni, un’Europa che non fonda la sua presenza solo sulla finanza e sul denaro, ma che la sua essenza siano le persone. Insomma portare a compimento quello che è scritto nel preambolo della

CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE europea, che dice:

I popoli d'Europa, nel creare tra loro un'unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni.

Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà; essa si basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto. Pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell'Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

S.H


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2018_11_04 Diverse divise un unico dolore per i caduti trentini per lAustriajpg