2018_04_20 Trento

presentazione del libro "L'inutile strage - controstora della prima guerra mondiale" di Giorgio Giannini Primo classificato "Premio Letterario "Città di Castello" XI edizione 2017 sezione saggistica.

Google Plus   -  foto / Bilder

Flickr   -  foto / Bilder

«Una generazione, anche se sfuggì alle granate, venne distrutta dalla guerra»

(Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale)

INTRODUZIONE

Ricorre in questi anni il centenario della Prima guerra mondiale 1915-1918.

La storia ufficiale ha raccontato la Grande Guerra come una epopea vittoriosa per il compimento dell’unificazione nazionale, iniziata nel Risorgimento, e conclusasi con la liberazione delle città irredente di Trento e Trieste e del loro territorio.

Questa retorica è stata alimentata dal regime fascista, che ha creato in particolare il culto del Milite Ignoto.

Però la Grande Guerra è stata anche un’operazione di espansione territoriale ai danni dell’impero asburgico che si era dissolto in conseguenza del conflitto, con l’annessione del Sud Tirolo (rinominato Alto Adige) e dell’Istria, la cui popolazione era nelle valli e nei villaggi, rispettivamente di lingua tedesca, croata e slovena.

Normalmente, il centenario è una occasione molto importante di riflessione. Quindi, il centenario della Grande Guerra dovrebbe servire per analizzare serenamente non solo le cause che hanno portato al conflitto, ma soprattutto le tragiche conseguenze politiche, sociali ed economiche che ha comportato nei Paesi belligeranti e nella vita dei militari che hanno combattuto.

Pertanto, il centenario dovrebbe servire anche a far conoscere alcuni aspetti poco conosciuti del conflitto che meritano di essere ricordati.

Innanzitutto sarebbe opportuno fare piena luce sulle responsabilità dei nostri generali che hanno dimostrato non solo inettitudine strategica, mandando al massacro migliaia di giovani, molto spesso inutilmente, contro obiettivi fortemente difesi, soprattutto con le mitragliatrici che falciavano i soldati come le spighe di grano durante la mietitura, ed a riflettere serenamente se questi comandanti meritano ancora  di essere ricordati con la intitolazione di strade, piazze e monumenti.

Inoltre sarebbe opportuno ridare l’onore militare e la dignità di caduti per la patria ai tanti militari condannati a morte illegittimamente dai Tribunali militari ed a quelli che sono stati vittime innocenti delle esecuzioni sommarie e delle decimazioni, spesso in seguito a lievi mancanze disciplinari.

Per questo motivo, abbiamo voluto esaminare l’assurda applicazione della Giustizia Militare «sommaria» con oltre mille condanne a morte mediante la fucilazione emesse dai Tribunali militari, soprattutto straordinari, 729 delle quali sono state eseguite, ed il dramma delle centinaia di militari uccisi al fronte con le esecuzioni sommarie e le decimazioni.

A questo riguardo, abbiamo voluto ricordare alcune storie di soldati fucilati e nell’Appendice l’inchiesta compiuta nell’agosto 1919 dal generale Tommasi e la campagna per la riabilitazione sia dei soldati fucilati in seguito a sentenza di condanna a morte emessa dai Tribunali militari sia di quelli vittime delle esecuzioni sommarie e delle decimazioni, che ha portato all’approvazione, all’unanimità, da parte della Camera dei Deputati, il 21 maggio 1915, di una proposta di legge, che però è stata stravolta dalla Commissione Difesa del Senato, il 2 novembre 2016.

Il centenario sarebbe anche un’occasione per ricordare alcuni protagonisti della guerra completamente dimenticati, come gli obiettori di coscienza, ed alcune vittime del conflitto poco note come i 600.000 prigionieri di guerra italiani (dei quali 100.000 – oltre il 15% – sono morti per gli stenti e le malattie perché abbandonati dal nostro governo, che li considerava vigliacchi e disertori), gli scemi di guerra e gli abitanti rimasti nei territori occupati dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto, che hanno patito notevoli sofferenze e violenze, compresi gli stupri.

Inoltre, il centenario sarebbe un’occasione per riflettere sulla costruzione da parte dei governi, soprattutto quelli autoritari, del mito della guerra giusta e della bella morte al fronte, con la costruzione durante il fascismo dei monumenti ai caduti, dei sacrari militari, dei viali e dei parchi della rimembranza ed infine la creazione del culto del Milite Ignoto.

Ci auguriamo di cuore che si possa fare, prima che il centenario della Grande Guerra finisca, una serena riflessione su questi argomenti per evitare che questa importante ricorrenza sia una occasione mancata per fare luce su alcuni aspetti poco chiari del conflitto e per ricordare adeguatamente alcune vittime dimenticate del conflitto e per ridare l’onore di caduti per la patria ai molti soldati ingiustamente fucilati.